“Mentre in commissione Lavoro alla Camera è in discussione la proposta di legge sul salario minimo, tema che apre lo scontro tra maggioranza e opposizioni, l’UGL afferma che è di primaria importanza richiamare l’attenzione sul fine ultimo del dibattito: difendere il diritto al lavoro e a un lavoro non povero. Il problema dei bassi stipendi, soprattutto in un momento storico così complesso sul fronte inflazionistico, si risolve dando sostegno alla contrattazione collettiva e non escludendo la possibilità di dialogo tra le parti. Una soglia di retribuzione minima pari a 9 euro lordi l’ora rappresenterebbe un compromesso al ribasso che in alcun modo potrebbe migliorare le relazioni fra aziende e lavoratori. Anzi, riteniamo che il rischio più immediato sia quello di trascinare verso il basso anche i salari mediani.
Ribadiamo, per questo motivo, che è opportuno parlare di salario adeguato, sostenendo la buona contrattazione e il welfare aziendale. Non escludiamo inoltre dalla discussione gli enti locali di riferimento, interlocutori vicini alle persone e quindi in grado di implementarne le tutele e difenderne il potere d’acquisto”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al dibattito sul salario minimo
legale.

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