“L’abbraccio dell’Ugl va oggi alle tante famiglie del Centro Italia che un anno fa hanno perso i loro cari e la loro vita nelle macerie del terremoto. L’indignazione va invece a chi è stato fermo a guardare piuttosto che agire, nascondendosi dietro i cavilli burocratici ed ostacolando l’azione di quegli amministratori locali che sono impegnati in prima linea”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, sottolineando come “purtroppo, ad un anno dal terribile evento sismico, ci troviamo ancora a fare i conti con cumuli di macerie non smaltite e case ed edifici non messi in sicurezza. E’ come se il tempo, nei territori colpiti, si fosse fermato, e questo è inaccettabile ed è drammaticamente destinato a ripetersi, ad Ischia e non solo data l’elevata sismicità del nostro Paese”.
“Un anno fa – aggiunge il leader dell’Ugl – abbiamo aderito con convinzione al progetto Casa Italia, nato sull’onda dell’emozione di quanto accaduto, per avviare la messa in sicurezza dell’intero Paese, auspicando che non si riducesse ad una mera dichiarazione di principi. Oggi, di fronte agli evidenti ritardi, agli sprechi e alla carenza di risorse, non possiamo che chiederci che fine abbia fatto l’entusiasmo e la determinazione con cui il governo aveva lanciato l’iniziativa. Le idee – conclude – devono essere accompagnate da azioni risolutive”.

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