“La pandemia causata dalla Sars-Cov-2 (Covid-19) ha avuto effetti devastanti sul complesso della nostra economia con pesantissime ricadute sui livelli occupazionali e sui redditi da lavoro dipendente e autonomo”.
Lo ha detto il dirigente confederale UGL, Michela Toussan, nel corso dell’indagine conoscitiva odierna sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul lavoro.
“Il 2020 si è chiuso con una contrazione netta dei posti di lavoro, principalmente a termine e stagionali, e delle ore lavorate. La fotografia che ci consegna questo anno è quello di una accentuazione di ritardi atavici: gli effetti della crisi si sono abbattuti più sulle donne che sugli uomini, con una dilatazione del gap di genere sul versante dei tassi di occupazione”.
“Un secondo impatto è di ordine generazionale: i giovani appaiono maggiormente penalizzati rispetto agli adulti. Tuttavia, un secondo fenomeno che si sta delineando è l’allargamento dell’area della inattività che, dopo i figli (il fenomeno dei neet), ora investe i genitori”.
“Sotto il profilo contrattuale, gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi per motivi economici hanno assicurato la tenuta del lavoro dipendente a tempo indeterminato, ma l’incertezza complessiva ha prodotto una fortissima contrazione del ricorso al lavoro dipendente a tempo determinato e del lavoro stagionale, principalmente nel turismo, nel commercio, nella ristorazione e nei servizi”.
“La contrazione del lavoro autonomo è un fenomeno di più complessa analisi e, rispetto ai settori, alcuni sono stati più penalizzati di altri. Quelli connessi ai flussi sia turistici sia di lavoro hanno sofferto di più. Altri hanno manifestato una maggiore capacità di resilienza, pure se non mancano segnali molto preoccupanti. Buona la reazione dell’edilizia”.
“Il calo dei consumi è strettamente connesso alle disponibilità reddituali delle famiglie e, secondo Bankitalia, almeno il 40% dei nuclei familiari ha avuto una contrazione del reddito. La riduzione del reddito disponibile ha riguardato, in buona sostanza, larga parte del lavoro dipendente e autonomo. Tutto il sistema degli ammortizzatori sociali messo in campo ha permesso di contenere, nella migliore delle ipotesi, la contrazione del reddito nell’ordine del 30%, ma anche con punte vicine al 50%”.
“A fronte della fotografia dello stato del Paese, a occorre mettere in campo una serie di misure a sostegno dell’economia e dell’occupazione, che deve andare in parallelo con la campagna vaccinale: riforma degli ammortizzatori sociali nel senso della semplificazione, della universalità e del più stretto collegamento delle politiche attive; rafforzamento dei servizi all’infanzia e alla non autosufficienza, sapendo che il successo o meno di ogni iniziativa non è semplicemente una questione di risorse stanziate, ma anche di progetti e di capacità gestionale; sostegno ai settori strategici della nostra economia”.
Infine “un ruolo fondamentale è attribuibile alla digitalizzazione, evidenziando, però, che la digitalizzazione è uno strumento per assicurare servizi migliori e più efficienti, in particolare dalla pubblica amministrazione, e non il fine ultimo”.

 

Roma, 31 marzo 2021

 

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