“L’Ugl ha accolto positivamente l’istituzione nella legge di bilancio per il 2019 di due fondi dedicati all’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza e alle modifiche al vigente regime previdenziale, sia per l’impatto economico e finanziario molto di oltre due punti e mezzo di Pil nel triennio, sia per l’impatto sociale di enorme rilievo”.
Così il dirigente confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, partecipando, insieme al segretario confederale Salvatore Muscarella, all’audizione delle organizzazioni sindacali in Senato, presso la commissione Lavoro, sul decreto che introduce reddito di cittadinanza e quota 100. Per l’Ugl “tutti i numeri confermano la necessità del doppio intervento, su reddito di cittadinanza e pensioni, contenuto nel presente decreto-legge. Il reddito di cittadinanza è, nell’opinione pubblica, un argomento fortemente divisivo”, eppure “il provvedimento introduce una serie di meccanismi di controllo e vigilanza che non lasciano grandi spazi a chi non vuole impegnarsi: dalla previsione della perdita del beneficio, in caso di scarso impegno nel rispettare i vincoli del patto per il lavoro o del patto per l’inclusione sociale, al carcere per chi fornisce informazioni false, nasconde dei redditi o lavora in nero”.
Rispetto alla seconda parte del provvedimento, “l’intervento sulla previdenza è utile, necessario e rispondente a una precisa richiesta formulata anche da questa Organizzazione sindacale. La riforma del dicembre del 2011 aveva prodotto un blocco nelle dinamiche del lavoro, alimentando la disoccupazione giovanile, oltre ad aver generato il devastante fenomeno degli esodati. Invece con il presente decreto legge, l’esecutivo, mettendo in campo una serie di strumenti con un impatto sociale ed economico importante e uno sforzo molto significativo in termini finanziari, attraverso ‘Quota 100′ permetterà al lavoratore di andare in pensione fino a cinque anni prima rispetto alla Fornero con tutto quello che ne consegue in termini di qualità della vita e di riduzione del fenomeno infortunistico, il quale, come noto, ha una particolare incidenza proprio sui lavoratori maturi. Quota 100 e’ destinata a liberare posti di lavoro per i giovani, avendo altresì un effetto positivo sul welfare familiare, fondamentale in un Paese come il nostro con ridotti servizi per l’infanzia. Inoltre, l’aver sganciato dai periodici incrementi alla speranza di vita il pensionamento anticipato, le norme di vantaggio per i lavoratori precoci ed Opzione donna è un segnale chiaro della volontà di superare un sistema che ha finito per penalizzare intere generazioni di lavoratori. Da seguire con estremo interesse altri provvedimenti presenti nel decreto legge”.
“Un’osservazione generale – ha detto in conclusione Bitti – richiama l’importanza dei patronati e dei Caf, espressione della capillare diffusione sul territorio delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali, nell’accompagnare i cittadini, in particolare quelli più deboli, nella corretta presentazione della domanda per accedere al reddito e alla pensione di cittadinanza o per districarsi nel difficile e complesso mondo della previdenza. Un ruolo da valorizzare in termini economici e normativi, superando così un periodo nel quale l’attività dei patronati e dei centri di assistenza fiscale è stata fortemente penalizzata con tagli alle spettanze ed una dilatazione dei tempi di attesa”.
Infine un richiamo è stato fatto in merito “a una necessaria riforma della governance dell’Inps, così come auspicato dalle altre Confederazioni. L’Istituto da 9 anni viene governato da un uomo solo al comando, restituendo funzioni e ruolo agli stessi Civ dell’Inps”.