Lo chiede l’Ugl Funzione pubblica

“È assurdo che dopo dieci anni dalla pubblicazione di una delle leggi più all’avanguardia d’Europa, se non del mondo, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 nr. 81, si possa ancora morire sui posti di lavoro”.
Lo afferma il segretario nazionale Ugl Funzione pubblica, Alessandro Di Stefano, in merito alla morte sul lavoro ieri ad Arezzo di due impiegati dell’Archivio di Stato, ricordando come “la nostra Confederazione sia sensibile e attenta al dramma delle morti del lavoro, tanto da dedicare il 1° maggio alla loro memoria, affinché queste tragedie non debbano più accadere”, sottolineando inoltre “la vicinanza alle famiglie di coloro che hanno perso la vita durante lo svolgimento del proprio servizio presso l’Archivio di Stato di Arezzo”.
“Quel che è peggio – sottolinea il sindacalista – è che a far vittime sia stato un dispositivo volto proprio alla salvaguardia delle vite dei lavoratori. Un controsenso che sicuramente deve far riflettere il datore di lavoro più grande in Italia, lo Stato, sulla assoluta necessità di investire fondi sia sulla formazione dei dipendenti pubblici sulle tematiche della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, sia sulla modernizzazione o, semplicemente, sulla manutenzione, degli stessi luoghi di servizio presso cui ogni giorno milioni di dipendenti pubblici lavorano per la comunità”.
“Per onorare – conclude – la memoria delle vittime del lavoro al servizio dello Stato, chiediamo che ogni articolazione delle strutture amministrative dello Stato proclami nei prossimi giorni, un minuto di silenzio durante l’orario di apertura al pubblico. Perché è per il pubblico, ossia i cittadini del  nostro Paese, che questi lavoratori sono morti”.

Seguici e metti un like: