“Mi sembra una caccia alle streghe quella di  voler bollare i nostri prodotti agroalimentari come nocivi per la  salute, dato che la dieta mediterranea e’ riconosciuta dall’Unesco  come patrimonio culturale immateriale dell’umanita’ dal 2010. In  Italia, l’agroalimentare rappresenta il secondo settore  manifatturiero del Paese, con i suoi 140 miliardi di fatturato e  400 mila impiegati”. Così Paolo Capone, segretario generale  dell’Ugl, in merito alla proposta dell’Onu di inserire avvisi di  pericolo sui prodotti alimentari contenenti sodio, zuccheri e  grassi saturi. “E’ opportuno mobilitare l’intera filiera nazionale  e il sistema Paese, al fine di difendere e tutelare la dieta  mediterranea e i suoi alimenti. Ridurre l’incidenza delle malattie  non trasmissibili, non vuol dire necessariamente demonizzare  alcuni dei prodotti piu’ tipici e invidiati del ‘Made in Italy’,  favorendo cosi’ le industrie che producono i sostituti chimici  degli alimenti, che vengono pero’ spacciati per piu’ salutari e  controllati. Bisogna diffondere una maggiore cultura della  prevenzione e della sana alimentazione, senza pero’ scoraggiare i  consumi e la scelta di alimenti di qualita’, simbolo della  tradizione italiana. Siamo d’accordo – conclude – sulla necessita’  d’informare i consumatori indicando sull’etichetta i valori  giornalieri di riferimento, i cosiddetti Gda, senza tuttavia  creare inutili allarmismi e preoccupazioni”.

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