“La flebile crescita della produzione industriale in ripresa rispetto al mese di aprile e quella tendenziale ben più alta rappresentano dati di cui non c’è molto da rallegrarsi, alla luce della disoccupazione che ancora coinvolge 3 milioni di persone e che, in particolare per i giovani, si trova ancora alla ragguardevole percentuale del 34,7, sebbene in diminuzione”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commentando i dati odierni dell’Istat che vede la produzione industriale ripartire a maggio dopo il calo di aprile con un incremento dello 0,7%, aumentata anche in termini tendenziali del 2,8%.
“Ciò che ancora di più preoccupa – aggiunge – è che l’Italia per alcuni settori non è ancora entrata di diritto nella quarta rivoluzione industriale, Industria 4.0, la quale, come tutti ben dovrebbero sapere, a fronte di una straordinaria innovazione è più capace di cancellare posti di lavoro che di crearne nuovi”.
“Senza le adeguate contromisure – conclude Capone – ovvero senza investimenti rivolti alla crescita e alla formazione, al fine di riconvertire produzioni, lavori e professioni in stato di obsolescenza, in sostanza senza una vera politica industriale e senza un’adeguata rete nazionale di politiche attive del lavoro, l’Italia rischia ben presto di festeggiare i suoi risultati industriali sulle macerie e sulla povertà di quello che un tempo veniva definito ceto medio”.

Seguici e metti un like: