“La partita della produttività si gioca su altri campi, prima ancora che su quello delle ore medie lavorate: la questione cruciale riguarda la carenza di investimenti in ricerca e sviluppo, perché la spesa pro-capite in Italia è di appena 360 euro a fronte dei 1.074 euro tedeschi”.
Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commentando i dati Istat sulla produttività, aggiungendo che “come da tempo evidenziato dall’Ocse, gli italiani lavorano per più ore rispetto alla media. Nonostante un calo di circa cinque punti percentuali dal 2006, nel nostro Paese le ore lavorate ammontano a 1.725, vale a dire oltre 350 ore e quasi 250 ore in più rispetto alla Germania e alla Francia. Ciò che serve è dunque puntare sull’innovazione, anche organizzativa: incrementare la dotazione strumentale a disposizione del personale e fornire un’adeguata formazione e riqualificazione professionale”.
“E’ inoltre cruciale – conclude – avviare relazioni industriali più partecipative, cosa che il Governo ha compreso solo in parte: ha infatti favorito l’introduzione di elementi di partecipazione negli accordi di produttività, ma non ha ancora previsto una norma di attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Il problema è che tale strumento, nonostante l’interessante incentivo fiscale, non trova sostegno nelle imprese”.

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