“Il tema dell’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento militare è dibattuto da tempo. Ora, alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale del 13 giugno 2018, numero 120, si rende necessario un intervento normativo, anche per allineare la nostra disciplina a quella di molti Paesi europei e per assicurare una qualificata presenza all’interno degli organismi europei di rappresentanza”.
Così il dirigente confederale Ugl, Fiovo Bitti, accompagnato da Valentina Iori, nella audizione presso la Commissione Difesa della Camera dei deputati in merito alle proposte di legge 875 e 1060.
“L’istituzione di sindacati dei militari è vista con favore – prosegue BItti – È condivisibile e corretto il principio in base al quale il personale militare può aderire ai soli sindacati istituti specificatamente per il personale appartenente alle Forze armate e ai Corpi di polizia ad ordinamento militare, mantenendo così il divieto di assumere la rappresentanza di altri lavoratori non appartenenti alle Forze armate e ai Corpi di polizia ad ordinamento militare. È comunque ipotizzabile un rapporto fra i sindacati dei militari e le organizzazioni sindacali di altri settori o comparti, anche al di là della possibilità di stipulare convenzioni per l’erogazione dei servizi di assistenza. Corretta la tutela del dirigente sindacale rispetto alle opinioni espresse nel loro mandato; si tratta di un principio fondamentale della libertà sindacale e, in quanto tale, da assicurare, così come andrebbe chiarito che, in ogni caso, il dirigente sindacale deve essere un dipendente della rispettiva amministrazione in servizio”.
“Infine, la possibilità di effettuare visite e sopralluoghi negli ambienti di lavoro dovrebbe essere garantita senza preavviso, in caso di incidente rilevante che mette a rischio la salute e la sicurezza del personale dipendente”.

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