“Preoccupano i dati riportati dalla Commissione europea che stima un calo della crescita del Pil nell’Eurozona al +2,7% nel 2022. Il quadro non migliora sul fronte del lavoro, considerata la previsione di un aumento della disoccupazione nel nostro Paese al 9,5%, con un taglio della crescita degli occupati nel 2022 pari al +0,6%. Se da un lato il mercato del lavoro sta entrando con forza nella nuova crisi innescata dalla guerra in Ucraina, d’altro canto pesano fattori storici a cominciare dal disallineamento fra le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente disponibili. Un fenomeno, quello del ‘mismatch’ fra domanda e offerta di lavoro, che nel nostro Paese si traduce inevitabilmente in una perdita di competitività del sistema produttivo. È necessario, pertanto, mettere in campo nuove modalità di investimento pubblico e privato a sostegno di un processo di formazione costante dei lavoratori”, così il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone.
“La riqualificazione del capitale umano è un aspetto centrale per stare al passo con l’innovazione dettata dallo sviluppo tecnologico. Sotto il profilo normativo, inoltre, è fondamentale avere un quadro regolatorio flessibile volto a rendere dinamico il mercato del lavoro. Il tempo dei bonus a pioggia e delle mance elettorali deve terminare. Strumenti fallimentari come il reddito di cittadinanza devono lasciare spazio a nuove politiche attive del lavoro dirette a incentivare le assunzioni e supportare i processi di transizione energetica e digitale in atto”, conclude Capone.

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