«Allarmano i dati riportati dall’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite. Sono quasi 3 milioni di persone che ogni anno muoiono nel mondo a causa di incidenti o malattie legate al lavoro. Un dato in aumento di oltre il 5% rispetto al 2015. In Italia secondo i dati Inail, la situazione non è migliore. Nel 2023 si sono registrati 1041 incidenti mortali, con una media di quasi 3 decessi al giorno. Si tratta di numeri agghiaccianti che fotografano una vera e propria emergenza. Dietro queste statistiche ci sono storie di vite spezzate e di uomini e donne che non hanno fatto più ritorno a casa dalle proprie famiglie. È inaccettabile morire di lavoro. È prioritario, spezzare la catena di morti sul lavoro incrementando le sanzioni per chi viola le norme sulla sicurezza». Così Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, in occasione del Consiglio nazionale del sindacato in corso a Roma.
«In tal senso – ha aggiunto – è fondamentale integrare in un’Agenzia nazionale il personale incaricato dei controlli ispettivi, favorire il coordinamento di una procura sui reati relativi alla sicurezza e, al contempo, valorizzare attraverso incentivi le imprese che investono sulla tutela dei lavoratori. Il rafforzamento dei controlli e lo stanziamento di risorse a sostegno della formazione e dell’addestramento restano due aspetti centrali per prevenire ulteriori tragedie», ha concluso il leader dell’Ugl.

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