“Impressiona l’aumento della precarietà delle donne e il gap occupazionale rispetto agli uomini. Secondo il Gender Policies Report elaborato dall’Inapp, la pandemia ha acuito le diseguaglianze di genere portando il tasso di occupazione degli uomini al 67,8% e al 49,5% quello delle donne. È fondamentale, pertanto, intervenire non attraverso provvedimenti spot che sviliscono la dignità delle lavoratrici, ma mediante misure strutturali e politiche attive volte a incentivare l’accesso al mercato del lavoro”.

Così il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone. “Nel nostro Paese, inoltre, secondo il Rapporto di Randstad Research, le donne inattive tra i 30 e i 69 anni sono oltre 7 milioni. Un numero elevatissimo considerato che rappresentano il 43% delle donne italiane. Incentivare l’occupazione femminile è un presupposto essenziale per lo sviluppo e la coesione sociale del Paese. In tal senso, è necessario mobilitare risorse senza precedenti a sostegno delle lavoratrici utilizzando una parte cospicua dei fondi del Pnrr per garantire l’impiego delle donne e rimuovere gli ostacoli all’ingresso e al rientro nel mondo del lavoro”, conclude Capone.

 

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