Il segretario generale dell’Ugl Paolo Capone, presenta il libro “#Populeconomy” con la prefazione di Matteo Salvini, mercoledì alle ore 19, presso Palazzo Rospigliosi. Il saggio, partendo dal fenomeno della globalizzazione, analizza l’attuale situazione economica ponendo l’accento sulle distorsioni delle politiche fondate sull’austerity e sulle conseguenze negative, in Italia, del Jobs Act. Secondo Capone, l’Europa, cosi’ come è configurata manca di una vera e propria condivisione: la moneta unica e il patto di stabilità, così come li conosciamo oggi, rappresentano un’anomalia perché la politica, che non riesce a svolgere il suo ruolo di indirizzo dei processi economici, finisce per essere subordinata alla finanza. Occorre quindi, secondo l’autore, sostenere il consolidamento di un’Europa politica, di un soggetto cioè che sia innanzitutto sovrano e che abbia una vera e propria partnership con gli stati extra europei. Il sindacato, in tal senso, deve essere pronto a dare un apporto decisivo a questo grande progetto e concorrere alla creazione di un’Europa dei popoli.
È questo l’impegno del futuro, se non si vogliono al centro dell’Unione Europea soltanto i mercati e la finanza. Si tratta soprattutto di un’opportunità da offrire alle nuove generazioni che non riescono a sognare e immaginare il loro futuro senza le ansie di oggi. Per Capone, tutto ciò rappresenta anche una sfida culturale, alla quale non ci si può sottrarre e per la quale ci si deve impegnare in prima persona. Per quanto riguarda il nostro Paese, e’ improcrastinabile puntare su politiche che rilancino gli investimenti in piccole e grandi opere e che guardino alla famiglia come asse portante del nostro modello economico e sociale, per attivare meccanismi di protezione per le nostre fasce produttive e sociali più deboli, sottraendole cosi’ alla selvaggia concorrenza internazionale, e ridare al lavoro il valore e la dignità che gli sono propri. Anche per queste ragioni, Capone vede nell’importanza delle riforme e nel rinnovamento dei corpi intermedi, una delle possibili vie d’uscita, purché fondate sul valore delle persone.

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