«C’è preoccupazione per i posti di lavoro a rischio a causa dei dazi di Trump, sebbene ancora non sappiamo quanti e su quali prodotti verranno applicati. Nonostante le stime, non abbiamo ancora dei dati certi. In questo senso serve responsabilità perché l’allarmismo crea dei danni ancora superiori. Non c’è ancora una fuga generalizzata dal mercato, ma di certo Trump, prima ancora di una scelta economica, ha deciso di mettere in campo una metodologia di negoziato alla quale ci ha abituato in questi mesi. Occorrono, pertanto, cautela, sangue freddo e una verifica di quelli che saranno gli effetti reali sui prodotti». Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, ospite ad Agorà Estate su Rai3. Capone – la debolezza strutturale di un modello di globalizzazione che ha puntato esclusivamente sulla libera circolazione delle merci, trascurando completamente quella dei diritti. È proprio da questa impostazione che derivano gravi distorsioni della concorrenza, a partire dai Paesi come la Cina, che competono slealmente abbassando drasticamente le tutele per i lavoratori. È quindi necessario aprire una riflessione seria a livello europeo e internazionale per mettere al centro la dignità del lavoro e condizioni paritarie per tutti».
«Appare tuttavia evidente – ha aggiunto Capone – la debolezza strutturale di un modello di globalizzazione che ha puntato esclusivamente sulla libera circolazione delle merci, trascurando completamente quella dei diritti. È proprio da questa impostazione che derivano gravi distorsioni della concorrenza, a partire dai Paesi come la Cina, che competono slealmente abbassando drasticamente le tutele per i lavoratori. È quindi necessario aprire una riflessione seria a livello europeo e internazionale per mettere al centro la dignità del lavoro e condizioni paritarie per tutti».
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