“Il Governo abbia il coraggio di mettere la parola fine al Reddito di cittadinanza, una misura fallimentare che invece di abolire la povertà si è rivelata un formidabile incentivo al lavoro nero”. Lo dichiara in un comunicato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL. “E’ di oggi, peraltro – prosegue – la notizia che ad Agrigento è stato disposto l’ennesimo sequestro di 11 social card destinate a illegittimi percettori di reddito con precedenti per reati di tipo mafioso. A fronte dei 4,6 milioni di cittadini italiani in povertà assoluta certificati dall’Istat prima del Covid-19, sono stati soltanto 2,8 milioni i beneficiari del reddito, un numero a dir poco esiguo considerate le ingenti risorse mobilitate per un provvedimento che, nel triennio 2020-2022, arriverà a costare circa 26 miliardi di euro. Inoltre, il totale fallimento dei navigator nel favorire il match tra domanda e offerta di lavoro, denota il carattere meramente assistenziale e la completa assenza di progettualità di una misura che mi auguro venga archiviata il prima possibile”. “Il Governo mostri di avere a cuore il rilancio dell’occupazione e rinnovi ‘Quota 100’, una legge che ha favorito il turn over e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Basta politiche clientelari, il Paese ha bisogno di un serio piano industriale e di una riforma del welfare in grado di promuovere la crescita e l’occupazione” conclude.

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