“Il Covid-19 lascerà una ferita profonda nella nostra economia, poiché sta colpendo tutti i settori in modo trasversale, provocando la peggiore crisi di sempre. Preoccupano i giovani e le loro prospettive di lavoro, al momento congelate. Nel periodo tra dicembre 2019 e febbraio 2020 i posti di lavoro sono calati di 89 mila unità; nello stesso tempo sono crollati i contratti a tempo indeterminato con -48 mila unità; mensilmente, inoltre, scadono circa 300 mila contratti di lavoro a termine. Pertanto, urge uno snellimento di quelle norme del ‘decreto dignità riguardanti la disciplina dell’obbligatorietà delle causali nel rinnovo dei contratti”. Così Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, in merito alle gravi ripercussioni economiche della pandemia in corso. “Si potrebbe, insomma, consentire di rinnovare i contratti a tempo determinato senza indicarne la causale, nella consapevolezza che occorre provare ogni ragionevole percorso pur di uscire dalla crisi. In questo momento – aggiunge – è meglio avere un lavoro a termine, piuttosto che rimanere a casa. Nei momenti critici, forse, non c’è bisogno di nuove regole, bastano quelle che ci sono: occorre solo adattarle”.
“Secondo il Fmi il nostro Paese sarà maglia nera nel mondo facendo registrare una contrazione del Pil pari al -9,1%, e un tasso disoccupazione che si attesterà al 12,7%. Serviranno almeno 2 anni, prima che l’economia italiana torni ai livelli di Pil pre-crisi e bisognerà, al fine di salvare lavoro e imprese, progettare un piano per il futuro prossimo e uno a lungo termine. Auspico che ciò possa avvenire con il concorso della politica, dei sindacati e delle forze imprenditoriali. L’attuale stato di emergenza impone, infatti, un’unità di intenti e azione”, conclude Capone.

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