“Difficile affermare che il governo italiano ‘è sulla strada giusta’, come ha fatto oggi nell’intervista al quotidiano La Repubblica il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, senza poter dare ‘un giudizio circostanziato’, ma è sicuramente possibile affermare che il documento appena varato dal governo, di cui si attende il testo, più che rispondere alla crescita tenti semmai di arginare le infinite emergenze del Paese”.
Lo sostiene il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, all’indomani dell’approvazione da parte del governo italiano del Def e della manovrina con la correzione dei conti.
“Per l’Italia – spiega Capone –, da anni al lumicino in termini di crescita e di competitività, con un mercato interno in bilico tra deflazione e recessione, investire – e bisognerà anche capire come – 47,5 miliardi fino al 2032 significa prima di tutto diluire in quindici anni le risorse e quindi distribuire ben poco alla luce dell’assenza decennale di una vera politica industriale. Quest’ultima è solo la prima delle emergenze, le altre corrispondono allo stanziamento inadeguato per il rinnovo del contratto di lavoro del pubblico impiego congelato da ben 7 anni, alla risposta inefficace per il contrasto alla povertà, alla ricostruzione del dopo terremoto nell’Italia centrale. Persino le privatizzazioni possono essere annoverate tra le misure emergenziali, poiché rispondono ad una domanda assillante dell’Ue e all’esigenza di fare cassa”.
“Il governo – sottolinea – non sta varando un ‘new deal’, ma sta solo rispondendo ad una lunga serie di occasioni mancate dagli esecutivi precedenti, anch’essi molto apprezzati dall’Europa, risposte che nella migliore delle ipotesi potranno solo sperare di contribuire a far tornare l’Italia ad una situazione di normalità”.
“Il fatto che le risorse si basino fondamentalmente sulla lotta all’evasione – conclude Capone -, copertura sempre opinabile essendo soggetta a contenzioso, fa capire quanto sia stretta la coperta e soprattutto fa temere per quelli che vivono alla luce del sole, con uno stipendio o una pensione, e che sono sempre i più facilmente perseguibili”.
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