“Come opportunamente osservato dal presidente  di Confindustria Bonomi, è inammissibile che nella bozza del  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato all’Europa,  manchino stime precise e dettagliate in merito agli obiettivi, alle risorse e all’impatto sul Pil dei progetti individuati. Occorrono serietà e competenza per essere all’altezza del momento  difficile che stanno attraversando i cittadini e adottare le  riforme prioritarie per il Paese”. Così il segretario generale  dell’Ugl, Paolo Capone. “L’assegnazione di 209 miliardi all’Italia  sui 750 stanziati dall’Europa, non è certo un premio ma il segno  evidente delle profonde criticità che caratterizzano la nostra  economia. È surreale continuare a discutere di un governo Conte  ter quando abbiamo ancora 186 decreti inattuati del Conte I, per  non parlare dei 146 provvedimenti dell’ultima legge di Bilancio  rimasti ‘congelati’ a causa della burocrazia”, aggiunge.

“Basti pensare che mancano ancora le norme attuative per  utilizzare il fondo da 44 miliardi di Cassa Depositi e Prestiti  volto a sostenere le imprese e impedire scalate ostili. L’Italia  reale in questo momento chiede certezze a partire dallo sblocco  dei cantieri e dalla revisione del codice degli appalti. Soltanto  estendendo su scala nazionale il cosiddetto ‘modello Genova’ sarà  possibile impiegare in modo efficiente e rapido i fondi europei  creando opportunità di sviluppo e nuovi posti di lavoro”,  conclude Capone.

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