A nulla sono valse continue denunce e sollecitazioni

“I medici che continuano a combattere in trincea al S. Giovanni Bosco sono avviliti: hanno chiesto all’Ugl di affidare a avvocati uno studio di fattibilità per una azione collettiva da danno all’immagine di un Ospedale e di professionisti i quali, pur avendo prodotto tanti risultati nel passato, adesso vedono svilire tutto per un accanimento mediatico da infestazione da ‘insetti camorristi’ che ha generato la tempesta perfetta, secondo le nuove leggi non scritte della comunicazione al tempo dei social”.
Lo dichiarano in una nota congiunta il vice segretario generale e segretario dell’Ugl di Napoli, Giancarlo Favoccia, e il segretario nazionale Ugl Medici, Pierluigi Franco, spiegando il perché: “L’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli ha visto perdere in brevissimo tempo reparti che hanno fatto parte della storia recente della Sanità in Campania: la Otorinolaringoiatria, primo centro per la Chirurgia oncologica laringea secondo Agenas, è stata spostata all’Ospedale del Mare, così come il centro trasfusionale”.
“Scomparsa nel nuovo piano ospedaliero la Chirurgia vascolare, per decenni punto di riferimento della chirurgia in urgenza degli aneurisma della Aorta addominale insieme alla gemella del Cardarelli, che tante emergenze ha risolto compreso l’intervento, perfettamente riuscito di aneurisma fissurato di Aorta del paziente visitato all’ospedale del mare il giorno della famosa ‘festa del primario’ di Vascolare e poi inviato con mezzi propri al S. Giovanni Bosco. Scomparsa dai radar del piano ospedaliero appena approvato anche la Neuroradiologia interventistica, di vecchia tradizione al nosocomio della Doganella: lascia orfana una Neurochirurgia che non potrà avvalersi dei suoi innovativi contributi in termini di chirurgia mininvasiva endovascolare. Scomparsa anche la Ematologia con il centro Regionale per le urgenze emorragiche negli Emofilici che dal 1978 è stata una realtà in città nel trattamento delle patologie neoplastiche del sangue”.
Favoccia e Franco sottolineano come “a nulla siano valse le nostre denunce e sollecitazioni di sindacalisti, adesso sicuramente frustrati, ma mai ‘pseudo’, facilmente rintracciabili negli archivi della stampa cittadina ed online. Evidentemente è arrivato il momento di utilizzare strumenti più incisivi”.

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