«L’emendamento presentato dalla Lega alla Manovra introduce un’importante novità per i lavoratori che si apprestano a ritirarsi dalla vita attiva, consentendo di accedere alla pensione anticipata a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria con quella complementare. Questa modifica normativa si inserisce in una visione di maggiore flessibilità previdenziale per i lavoratori, venendo incontro alle loro esigenze in modo responsabile per la sostenibilità del sistema pensionistico. Allo stesso tempo, il meccanismo del cumulo tra contributi obbligatori e complementari rappresenta un incentivo per aderire alla previdenza integrativa, uno strumento cruciale ma non ancora sufficientemente diffuso nel nostro Paese. Nel complesso una novità positiva, che rappresenta un passo avanti verso una maggiore flessibilità: una nuova opportunità che renderà possibile accedere alla pensione anticipata a 64 anni ad un numero maggiore di persone che, pur avendo carriere contributive solide, incontravano difficoltà nel soddisfare i requisiti economici per ritirarsi prima dell’età prevista».
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle dichiarazioni del Sottosegretario Claudio Durigon, a margine della presentazione della Relazione Annuale di Fondo Fon.Te. al Senato.
«Come rilevato dal Sottosegretario Claudio Durigon, non sono accettabili lezioni dalla professoressa Fornero. Favorire l’uscita anticipata dei lavoratori, su base volontaria, rappresenta un cambio culturale significativo, nella prospettiva di incentivare il turnover generazionale – ha aggiunto -. Il lavoro, tuttavia non è ancora concluso: è fondamentale agire sul fronte della diffusione della previdenza complementare da un lato e della crescita dei salari dall’altro, per costruire un sistema pensionistico davvero inclusivo e sostenibile. Rendendo i lavoratori maggiormente consapevoli delle opportunità offerte dai fondi pensionistici integrativi, ma, soprattutto, ed è questo l’aspetto cruciale, agendo sui salari spesso troppo bassi, che rendono difficile, per quanti fanno fronte con fatica ai bisogni quotidiani, destinare parte delle proprie risorse alla previdenza integrativa, per rendere questi strumenti accessibili a una platea sempre più vasta di persone, verso un equilibrio tra esigenze dei lavoratori e sostenibilità del sistema previdenziale».
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