Non solo il Nord, anche il Sud, la Sicilia in particolare, avrà con le elezioni regionali la sua occasione di rilancio. La riunione dei quadri sindacali dell’Ugl Sicilia a Palermo, alla presenza del Segretario Generale, Francesco Paolo Capone, del Vice Segretario Generale, Claudio Durigon, e del Segretario Confederale, Giovanni Condorelli, ha rappresentato un concreto momento di confronto per il candidato del Centro Destra alla presidenza della Regione Sicilia, Nello Musumeci, peraltro sindacalista e iscritto Ugl, di illustrare le linee guida della sua strategia per il rilancio dell’Isola.
«Dobbiamo puntare sulle imprese – ha spiegato Musumeci – che sono l’unica vera ricchezza per creare lavoro e quindi qualificare i lavoratori: chi vuole imparare un mestiere, chi vuole frequentare una scuola professionale e accompagnare chi a 50 anni viene espulso dal mercato del lavoro e non può andare ancora in pensione. Abbiamo tantissimi temi da affrontare con le organizzazioni sindacali».
«L’Ugl – ha risposto Capone – condivide il piano politico ed economico proposto dal candidato, volto a ridare dignità a una terra ricca di potenzialità, partendo proprio dall’occupazione. Musumeci è certamente una guida sicura su cui puntare per sostenere le imprese e l’intero indotto attraverso la promozione del turismo, della formazione, dell’agricoltura e delle tante professionalità».
L’Ugl, sempre oggi, ha presentato una piattaforma «che rappresenta l’analisi del nostro lavoro svolto negli anni precedenti e che individuerà alcuni punti specifici di intervento, con particolare attenzione al precariato. L’abbiamo inviata ovviamente anche agli altri candidati alla presidenza regionale – ha concluso Capone – ma con il presidente Musumeci abbiamo un rapporto più diretto, perché è un nostro amico, è iscritto all’Ugl ed è un sindacalista dell’Ugl. Sarà molto più sensibile e molto più vicino alle nostre istanze, che non sono quelle del sindacato ma della gente».
Per Capone le soluzioni da cui ripartire sono «l’utilizzo completo ed efficace dei fondi europei, l’adeguamento della rete infrastrutturale perché la Sicilia purtroppo soffre la mancanza di una rete stradale, ferroviaria e telematica adeguata ad un Paese avanzato, la definizione di una politica industriale e un’attenzione particolare al disagio sociale. In Sicilia – ha sottolineato Capone – c’è un tasso di povertà molto alto, sia quella effettiva sia quella relativa, ossia di quelli che hanno un reddito ma in caso di imprevisti non riescono a farvi fronte. Sono questi i problemi da affrontare».

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