“Esprimo piena solidarietà agli imprenditori aderenti a Mio Italia (Movimento Imprese e Ospitalità), che hanno dato il via in tutta Italia ad una serrata come segnale di protesta contro il Governo Conte. Consentire la riapertura nelle giornate di giovedì 7 e venerdì 8 gennaio per poi imporre nuovamente la chiusura nel fine settimana, ha segnato l’ennesima presa in giro nei confronti degli italiani e ha accentuato il clima di esasperazione diffuso. Un esecutivo realmente attento alle esigenze delle aziende saprebbe che è fondamentale un minimo di programmazione per riprendere a regime le attività e consentire ai fornitori di consegnare la merce. Le imprese nel settore della ristorazione e dell’ospitalità sono allo stremo, da un lato la morsa delle tasse con la partenza delle cartelle esattoriali, dall’altro il crollo del fatturato, per effetto delle restrizioni governative”. Così Paolo Capone, segretario generale UGL.
“Non è più sufficiente parlare di ristori, occorre mettere in campo un vasto programma di indennizzi commisurati all’entità del fatturato per risarcire gli imprenditori dei comparti più colpiti dalla pandemia, implementare i contributi a fondo perduto, e, al contempo, sospendere tutti i pagamenti per evitare un’ondata di fallimenti e una catastrofe occupazionale”, conclude Capone.

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