“Nei centri anziani meno tresette, bocce e balli e più letture, dibattiti, teatro, anche come filodrammatica amatoriale, cineforum”. A dirlo Gianfranco Procacci, componente del Comitato consultivo nazionale della UGL pensionati.“Nell’età matura e libera di impegni, di orari e scadenze, finalmente – spiega – l’anziano può dedicarsi a quelle attività culturali, artistiche o semplicemente ludiche che a mala pena poteva coltivare nei periodi feriali. Sorgono spontanee associazioni culturali che svolgono una importante funzione”.
“In questo mondo – sottolinea Procacci – in cui si guarda ma non si legge, dare spazio ad un autore di libro significa aprire una finestra all’immaginazione. Fantasia e immaginazione dovrebbero essere appannaggio dei giovani, mentre per gli anziani è riservato il ricordo e la memoria”. “Questo è un concetto da armonizzare dando alla cultura, in genere, una funzione sociale e non farne un tabernacolo per pochi sedicenti intellettuali. Il divario generazionale può essere colmato solo da una più diffusa offerta culturale”, aggiunge.
“Cultura – spiega – per vivacizzare la quotidianità degli anziani e cultura per maturare le nuove generazioni. A Roma, ma in tutta Italia, abbiamo centinaia di teatri, molti famosi e storici, musei, monumenti. Quando parliamo di cultura si dovrebbe essere consapevoli che le risorse per avviare un circuito tra le varie forme e i fruitori di tali servizi insieme a tutti i componenti, artisti, tecnici, scrittori, cantanti attori necessita di un impegno economico considerevole”. “Coordinando – suggerisce Gianfranco Procacci – in un piano organico che coinvolga tutte le varie forme, con interventi nel mondo del turismo interno e internazionale, potrebbero anche essere recuperate considerevoli risorse. Tornando poi all’impegno degli anziani ritengo che la riserva indiana dei Centri Anziani non sia meno deleteria di certo associazionismo buonista”.
“Meno tresette – ribadisce il componente del Comitato consultivo nazionale della UGL pensionati -nei centri anziani, dunque: anche così con la cultura si potrà intervenire per dare un senso compiuto non a un monumento fine a se stesso, ma a un organico impegno creativo sociale e di valore”.

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