“La convocazione dei sindacati presso Palazzo Chigi rappresenta un’importante apertura del Governo al confronto con tutte le parti sociali. In primo luogo, l’Ugl ritiene che una riforma fiscale non possa limitarsi a una semplice riduzione della pressione fiscale, ma l’obiettivo è superare in modo strutturale la fiscalità organizzata sul contribuente-individuo per passare al contribuente-famiglia. In secondo luogo, occorre riequilibrare il differenziale tra la tassazione sulle rendite finanziarie e quello sul lavoro e sulla produzione, rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale e contributivo, partendo dal lavoro dipendente. Occorre, inoltre, affermare il principio per cui le imprese che assumono e investono devono essere incentivate a farlo. In tal senso, la legge delega in materia di fisco riprende alcune priorità già indicate dal sindacato, in un’ottica di riduzione della pressione fiscale. Il rafforzamento del potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente e da pensione passa da una riforma fiscale equa, che tenga conto dei carichi familiari e che riduca l’evasione e l’elusione. La semplificazione dell’Irpef è un obiettivo cui tendere, per permettere ai cittadini di avere un maggiore reddito disponibile”.
Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, intervenendo durante l’incontro con il Governo a Palazzo Chigi.
In merito all’impennata dei prezzi, in particolare dei generi di prima necessità e dei prodotti energetici, Capone spiega che “ha provocato una forte riduzione del potere d’acquisto dei redditi fissi da lavoro dipendente e da pensione. È opportuno proseguire con il taglio del cuneo contributivo, introducendo interventi mirati sulle categorie maggiormente esposte”. Parallelamente sul tema delle pensioni, Capone sottolinea: “Oltre al superamento della Legge Fornero, occorre cominciare ad affrontare la questione della pensione dei lavoratori precari che oggi versano nella gestione separata. Infatti, in questo segmento esiste ancora uno squilibrio favorevole tra versamenti e prestazioni che consente un intervento strutturale di almeno parziale passaggio a un sistema a capitalizzazione che potrebbe garantire tra qualche decennio maggiori prestazioni ed equilibrio finanziario. Inoltre, è fondamentale affrontare altri due aspetti: il recupero del potere d’acquisto degli assegni pensionistici in essere e una corretta distinzione all’interno del bilancio dell’Inps fra le voci previdenziali e quelle a carattere assistenziale. Occorre ridare flessibilità al sistema, lasciando alla persona la scelta di valutare se e quando uscire dal mondo del lavoro. In questo senso, è utile immaginare la disponibilità di più strumenti, in ragione delle diverse aspettative, legate a fattori quali l’età, l’anzianità contributiva, i carichi familiari e la tipologia di lavoro. Il sistema delle Quote è quello che meglio risponde alle esigenze diffuse, in quanto tiene insieme l’età della persona con l’anzianità contributiva. La scelta del confronto politico è utile se sarà vero e strutturale. Oltre i temi prioritari per il Governo anche la sanità e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese per avere un volano di produttività che possa sostenere un aumento del pil che lascia ben sperare”.

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