“A Firenze, questa mattina, per il crollo in un cantiere del supermercato Esselunga ci sono almeno due vittime e altrettanti feriti tra gli operai che erano al lavoro. Il bilancio dei soccorsi è provvisorio e non è escluso che il bilancio delle vittime si aggravi. È una strage, non semplice fatalità. Crediamo che il continuo aumento del totale delle morti sul lavoro in Italia sia un oltraggio alla convivenza civile oltre che una dramma per la società. Oggi, la tragedia di Firenze ha portato via altre vite e distrutto delle famiglie. Riteniamo che serva fare molto di più per rendere i posti di lavoro dei luoghi sicuri. L’UGL chiede che vengano investite più risorse per la formazione delle persone e la diffusione di una cultura della sicurezza, fin dal sistema scolastico. Ma chiediamo altresì che vengano rafforzati i controlli e incrementate le sanzioni per chi non rispetta le norme di sicurezza. Perdere la vita a lavoro è inaccettabile e assistere a delle morti che potevano essere evitate è un’ingiustizia che deve essere sanata”. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale UGL, e Giuseppe Dominici, Segretario Regionale UGL Toscana.
“Purtroppo, la tragedia delle morti sul lavoro continua a contare le vittime, che non sono numeri, ma lavoratori che pagano con la vita il loro contributo sociale al sostegno ed al progresso della nostra società. L’UGL esprime solidarietà alle famiglie di questi ultimi “martiri del lavoro” ma stigmatizza tutte le condotte che hanno contribuito al verificarsi di questa ultima tragedia. Si spera che le responsabilità oggettive vengano fatte emergere ed i responsabili evidenziati, puniti dalla giustizia. Sugli incidenti sul lavoro non esistono fatalità, ma reati e violazioni di legge che contribuiscono a generare questi delitti. Come ha ribadito più volte il Presidente Mattarella ‘l’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano ad operare lavoratori”.
“Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure. La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda
ovunque una vera cultura della prevenzione”, concludono Capone e Dominici.

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