“L’impressione che si trae è quella di aver perso una Legislatura: cinque anni nei quali non sono state poste le basi per un vero e strutturale rilancio del sistema Paese, necessario alla luce di alcuni ritardi storici, su tutti quelli accumulati dalle regioni meridionali, e dei devastanti effetti della doppia crisi economica. Per non parlare di tutte quelle riforme, devastanti come quella del Jobs Act e ‘sospese in un limbo di attesa’ come il disegno sul lavoro autonomo o la riforma della pubblica amministrazione”.
Così Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, pone la lente d’ingrandimento sulle ‘buone intenzioni’ contenute nel Documento di economia e finanza durante l’audizione di oggi alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato
“L’affermazione che l’economia italiana si sia avviata verso un sentiero di graduale ripresa è – precisa Capone – sotto il profilo formale, corretta, ma non tiene conto di quanto è stato messo in campo dai nostri partner europei, i quali sono a tutti gli effetti dei competitor e non degli alleati”.
“Dal 2007 al 2015, il prodotto interno lordo italiano è cresciuto in termini assoluti di appena 35,9 miliardi di euro; nello stesso periodo, quello tedesco si è incrementato di quasi 520 miliardi, quello del Regno Unito di 343 miliardi, quello francese di oltre 235 miliardi. Sono indubbiamente lontane le dispute degli anni ’80 sul posizionamento del nostro Paese all’interno delle economie maggiormente sviluppate”.
“Dalla manovra che verrà ci si attendono una serie di provvedimenti ineludibili, dagli investimenti nelle aree sottoutilizzate alla definizione di piani industriali nei settori strategici con finalità occupazionali, da un riequilibrio nella tassazione alla riqualificazione della spesa pubblica, passando da una politica di tagli e revisioni lineari ad una più ragionata, anche per quanto attiene alla gestione delle clausole di salvaguardia, dalle risorse per il pubblico impiego all’introduzione di una flessibilità nell’età pensionabile, diversa da quella prospettata con l’Anticipo pensionistico, condizione necessaria per favorire il ricambio generazionale, passando per la scuola, la salute, la sicurezza e la gestione dei flussi migratori”.
“Il Documento di economia e finanza e il Programma nazionale di riforma, per loro natura, rappresentano se non il libro dei sogni, quanto meno quello delle buone intenzioni – conclude – ora attendiamo certezze. Su questi temi, l’Unione Generale del Lavoro ha aperto un confronto serrato con i propri quadri dirigenti, con la società civile e con le istituzioni, in vista della propria Conferenza programmatica che si terrà nel mese di maggio, nella convinzione che occorra riflettere attentamente su quale sia il percorso migliore per rimettere in moto il Paese”.

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